Il signore dei cavalli – Posidone

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Neptune and Amphitrite – Jacob de Gheyn II (late 1500s)

Avevamo lasciato le nostre imprese mitiche al momento della detronizzazione di Crono.

Una volta deposto il padre, i tre figli maschi Zeus, Ade e Posidone (Nettuno per la mitologia romana) devono spartirsi il mondo. Affidando alla sorte questa ripartizione, a Zeus toccò il cielo, ad Ade il sottosuolo (e l’oltretomba), mentre a Posidone fu assegnato il mare. La terra rimase invece luogo di dominio comune.

Un primo aspetto interessante da notare è come il temperamento di una divinità greca sia sempre descritto per analogie: le volontà, le inclinazioni, persino i sentimenti di Posidone sono il mare. Mare che si scaglia contro la scogliera, mare che spuma e ribolle, mare scosso da incessanti burrasche.

E infatti, il carattere del nostro Posidone è cupo e tormentato come il mare. Come ogni divinità che si rispetti, per prima cosa egli cerca di assicurarsi una progenie. Prende allora in moglie una delle cinquanta sirene Nereidi, di nome Anfitrite, dalla quale ottiene tre figli. I nomi stessi di Nereide (“l’umida”) e  di Anfitrite (“il mare”) richiamano proprietà tipiche delle acque oceaniche, le quali avvolgono la terra e sottostanno al peso del cielo.

Ma ancora più singolare può apparire la figura di Posidone quando lo si definisce signore dei cavalli: qual è il rapporto fra il cavallo e l’acqua?

L’impronta lasciata da questo animale sacro è a forma di quarto di luna. E più volte abbiamo ribadito come i greci arcaici riconoscessero all’astro lunare il controllo di tutte le acque. Questa è la ragione per la quale Pegaso è associato allo sgorgare delle sorgenti, e simbolicamente invocato nei riti propiziatori della pioggia.
Leggende dunque narrano di come le stalle subacquee di Posidone ospitassero bianchi cavalli capaci di domare le impervie tempeste.

Oltre ai cavalli, animali e mostri marini dimorano nel regno di Posidone: fra tutti, la personificazione di Delfino in uno dei messaggeri di Posidone assume un ruolo sentimentale. Infatti Delfino fu proprio spedito da Anfitrite per convincerla a sposare il dio del mare, incontro che ebbe successo.

Tutt’oggi i delfini, nell’immaginario comune, simboleggiano la personificazione marina dell’amore: generalmente salgono in superficie a far festa una volta cessata la burrasca.

Nel complesso, le attività e le imprese di Posidone possono essere ricondotte con facilità al carattere indomabile del mare. Infatti il dio tentò la conquista di numerose terre emerse, ingaggiando litigi e scontri principalmente con la dea Atena.

E qui riemergono ancora una volta i dissidi politici fra matriarcato e patriarcato.
Proprio ad Atene, città sacra alla dea Atena, per placare la furia di Posidone le donne furono costrette a rinunciare al diritto di voto, mentre gli uomini al cognome delle loro madri.

A causa del suo fare litigioso e del suo temperamento spigoloso, pare che Posidone fosse inviso agli altri déi olimpici.

Simone

[Ho parlato di Crono detronizzato in questo articolo: Osservatorio etimologico: Panico, Terrore e Angoscia]

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