E adesso la pubblicità – Claudio Baglioni

Aprirci verso questa nuova direzione con Claudio Baglioni, è un passo decisamente importante.

Sarebbe infatti il caso di togliergli di dosso quella etichetta da “cantore dei buoni sentimenti”, che bene o male si è estinta nei primi dieci anni della sua attività artistica. Viene purtroppo sempre ricordato per quelle due o tre canzoni risalenti agli anni settanta, quando invece basterebbe guardare un pelino più in là, per riconoscere uno spessore ben più determinante.

Soggetto di questo brano musicale è un ospite sempre più abbondante all’interno della quotidianità familiare. Questa affezione dell’anima, sviluppatasi negli ultimi settant’anni della nostra storia, prende il nome di noia.

Ora, abbiamo già parlato della noia secondo un’accezione positiva: quella privazione infantile di oggetti, capace di rievocare la creatività in condizioni di povertà di mezzi.

Tuttavia, ciò di cui si vuol parlare in questa sede, è qualcosa di ben diverso.

Potremmo allora definire quest’altra concezione di noia, come una condizione esistenziale all’interno della quale il tempo dell’anima si ferma.

In precedenza, qualcosa già era stato detto sul nostro tempo interiore: la coscienza ama occupare momenti diversi della nostra storia personale per durate differenti. Ciò dà volume ai nostri ricordi, permette una distinzione fra passato e presente e garantisce una proiezione nel futuro.

Un uomo afflitto dalla noia è assolutamente incapace di dar valore al mondo che gli sta attorno. Non assaporando un gusto per la vita, non vivendo conflitti, non ribollendo interiormente, nei fatti la quotidianità gli sfugge.

Questo scenario non è totalmente sovrapponibile alla scissione in organi che abbiamo già citato: mentre in quel caso l’Io non è affatto presente, poiché è il corpo come meccanismo ad agire, nel caso della noia l’Io è presente. Tuttavia, questo Io è presente a sé, nell’assenza di tutti i sentimenti possibili.
La noia è dunque il provar nulla rispetto all’essere al mondo.

Quando la noia familiare emerge, con drammaticità emerge anche la comune ripetizione della banalità del vivere. Gli elementi più comuni del comportamento umano si dilatano nel tempo, soffocando qualsiasi tensione verso un futuro.

Questa dimensione temporale apatica vede il giorno precedente identificarsi (essere) nel giorno successivo.

Tanto che nel brano musicale, l’unico elemento a suggerire la necessità di un cambiamento, è l’apparizione di una sequenza pubblicitaria in televisione. Vano cambiamento, essendo l’interruzione di programma assolutamente forzata, e dunque rientrante nelle dinamiche della noia.

In questi schemi cristallizzati il desiderio di un bambino cerca, disperatamente, di farsi spazio.

Come vedremo anche più avanti, la televisione e i più recenti mezzi di comunicazione di massa ricoprono un ruolo decisivo nella disseminazione della noia. Di certo, rappresentano un ottimo punto di partenza per un’analisi critica attorno alle origini di un fenomeno tanto aberrante.

Simone

[Ho parlato della noia con accezione positiva, in questo articolo: Come arricchire il nostro paesaggio – La noia

Ho parlato del tempo dell’anima, in questo articolo: La percezione psicologica del tempo

Ho parlato della riduzione del corpo a organi, in questo articolo: L’angoscia del Niente]